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I Dieci Pilastri della Felicità

La vita è come un fiume e noi esseri umani, come qualsiasi altra specie animale, siamo portatori di un principio vitale che è la nostra essenza e la nostra priorità assoluta. Viviamo come se questa priorità non esistesse e diamo importanza a problemi meno rilevanti, a volte insignificanti o addirittura irrisori.

Lo scorso fine settimana, una mia amica mi ha detto di aver “ceduto”. Se ha ceduto, mentre so bene che avrebbe preferito resistere, significa che il conducente inconscio del suo corpo, che io chiamo IL PILOTA, le ha forzato la mano. Ciò significa che ha ritenuto che lei fosse priva di gratificazioni, gioie appaganti o piaceri e che questa mancanza potesse rivelarsi tossica. Incitandola a lasciarsi andare, il Pilota è riuscito a procurarle una dose di gratificazione che ha protetto la mia amica da questa minaccia.

Non lo scrivo per dire che la mia amica deve rinunciare all’idea di dimagrire, al contrario, ma per farle capire che il suo Pilota non ha trovato altre fonti di gratificazione nel suo ambiente e che è necessario cercare altri modi oltre a quello offerto dal cibo.

Ho scritto molto sui componenti, i motori o i generatori della felicità, ovvero i 10 pilastri della felicità che riuniscono i 10 modi per soddisfare i nostri grandi bisogni umani, tra cui il Cibo è il primo.

Il piacere del cibo è la prima fonte di soddisfazione vitale perché senza di esso la vita si ferma. La seconda è l’amore, un insieme di sessualità, affetto, famiglia, dedizione ai propri cari. Ce ne sono altre otto, ma non ho spazio qui per elencarle tutte. Lavoro su questo tema da 40 anni e ho smesso di scrivere su questo argomento quando è nato il mio primo figlio, perché ho ritenuto che questo bambino mi offrisse l’opportunità di mettere in pratica questa teoria. Questa ricerca sui Dieci Pilastri della Felicità mi ha permesso di vivere meglio, di orientare meglio la mia vita e di rimanere concentrato sull’essenziale, da cui ci allontaniamo continuamente. Ho capito che anche la mia funzione sociale e professionale mi dava molto e che questo bisogno di posizionarsi nella gerarchia sociale, valorizzandosi e dando un senso alla propria vita, era il terzo di questi 10 pilastri. Ho finito per contarli e in vent’anni non ne ho trovati altri. Questi dieci sono universali, sia nello spazio che nel tempo: un giapponese, un americano o un africano sono esseri umani oggi e lo sono da quando esiste la nostra specie, perché sono soggetti agli stessi bisogni e traggono la loro felicità dalla loro soddisfazione, in tutto il mondo e da sempre. Il sovrappeso è un indicatore di un insufficiente appagamento di questa gratificazione, senza la quale la felicità si affievolisce e il suo affievolirsi diventa minaccioso.

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